Nell’operatività quotidiana, mi è spesso capitato di dover unire tramite saldobrasatura primaria, sezioni di travata metallica da ceramizzare. Purtroppo, nella successione dei processi di modellazione, spinatura, fusione o in fase di prova metallo, si riscontrano delle imprecisioni dovute a errori che ci costringono a ricorrere a questa procedura.
Il primo passaggio determinante per eseguire una buona saldobrasatura è il considerare le istruzioni e gli abbinamenti metallo-saldame consigliati dalle aziende produttrici; per fare questo è determinante consultare la tabella metallografica, quella prodotta dalla Nobil Metal è tra le più complete e chiare in circolazione. Per la fase operativa dobbiamo seguire un protocollo codificato per garantire un’ottima unione delle parti ed un riempimento omogeneo della “sezione di gola”: atti a fornire idonea resistenza alle sollecitazioni meccaniche cui sarà sottoposto il giunto saldato. Per eseguire questa delicata procedura utilizzo un “mantenitore di spazio” che permette di facilitare tutta l’operazione. Il “mantenitore di spazio”, nato grazie all’esperienza del collega Giancarlo Garotti, è formato da un cuneo di metallo a sezione triangolare costituito da Au e Pt in alta concentrazione e la sua funzione è quella di aumentare la diffusione e la scorrevolezza del saldame, in quanto il “mantenitore” a contatto con la fiamma ha una ossidazione limitata.
Inoltre la sua costituzione e forma geometrica contribuirà a dare maggiore resistenza meccanica alla zona interessata. Si può già prevedere, in fase di progettazione, dove posizionare il “mantenitore”, scegliendo la zona che riteniamo di innervare e consolidare con la saldobrasatura. Oppure “compensare” lo spazio dove la travata viene sezionata con asportazione eccessiva di metallo in fase di prova, quando si riscontrano difetti di precisione, e nel caso una estesa monofusione risulti difettosa a livello di calzata.
Esistono anche i “mantenitori di spazio” per saldatura post- ceramizzazione e questi sono particolarmente utili quando non si ha una superficie di metallo esposta, cosa che si riscontra frequentemente, sufficiente per garantire una corretta procedura.
L'articolo relativo a questo argomento, pubblicato nella rivista Nobil Mag, è scaricabile in formato PDF a questo link.
Odt. Mariangelo Godeas